recensione diGiovanni Dall'Orto
Altro, L'. Un amore infelice durante la guerra.
I turbamenti adolescenziali e le crisi mistico-religiose d'un ragazzo durante la seconda guerra mondiale si riflettono nella crisi esistenziale del suo amico Fabio, adolescente omosessuale che s'innamora di Hans, un soldato tedesco che verrà fucilato per diserzione.
In seguito a questo fatto Fabio si suiciderà, lasciando in eredità al protagonista un diario...
"Purtroppo" le pagine di tale diario sono strappate proprio dopo l'incontro con il bell'alemanno, cosicché nel commento dell'amico l'amore omosessuale appare solo, codardemente, sotto la forma dei "chissà cosa gli sarà mai successo!"... (vedi soprattutto le pp. 136, 203-207 e 225):
"No, egli non sa niente, agisce d'istinto e continua così anche dopo, quando però comincia ad interrogarsi, a chiedersi perché è sospinto verso ciò che dovrebbe essere proibito, infine la verità, prima come una nebbia, un discorso magari lasciato sospeso, poi limpido, dirompente in tutti i suoi aspetti, crudele.
(L'immediato interrogativo: "Ma non sarà forse vero? No, certamente è vero... Poi passerà". E la conclusione: "Sì, è vero, sono così, questa è la mia natura") con l'improvviso rifiuto di sé, l'odio e il rancore verso se stesso, e il chiudersi agli altri, il porre un muro, un vetro opaco al discorso quotidiano, in casa giorni e giorni e poi ancora altri giorni senza prospettive, oppure accettarsi, vivere in un'altra dimensione... Ma come, se tutti ti rifiutano?" (p. 206).
Purtroppo il non aver osato affrontare il tema del coming out se non dall'esterno e con un esito negativo (il suicidio) toglie molto interesse a questo scritto, che con una mano cancella quello che con l'altra aveva scritto.
Ma l'opera, se non altro, mostra quanto fosse difficile ancora nel 1972 parlare serenamente di certi argomenti in Italia.