recensione diGiovanni Dall'Orto
Notti di Mosca, Le. Pornosatira anticomunista
Ironico e apocrifo romanzo "dissidente" russo, che mescola satira politica ed erotismo.
Fra le varie peripezie appare uno Stalin pederasta (pp. 149-150), un'involontaria scena di battuage (p. 196), qualche amoretto "sull'altra sponda" di un bellissimo quanto spregiudicato teppistello (pp. 261-263) e infine lo sfogo, a metà tra la concione politica e il gay pride, di un omosessuale (pp. 264-267): "Pederasta? Sì, e me ne vanto! Meglio il culo rotto che la testa intronata".
Presentato all'apparire come un frutto della dissidenza anticomunista, era in realtà opera italianissima del presunto "traduttore", Pietro Zveteremich.
L'omosessualità è qui usata, comunque, solo come "nota di colore". Anche se l'editore si vanta, nelle note di copertina, di aver lanciato con questo volume nientepopodimenoché un "movimento di Liberazione intellettuale nei Paesi dell'Est", di liberazione gay in quest'opera ce n'è poca o punto...