recensione diGiovanni Dall'Orto
Immorale testamento di mio zio Gustavo, L\' [1948]
Testo umoristico di aforismi e freddure "controcorrente".
Come tutti sapevano al momento della pubblicazione del libro (che fa parte di una serie, di successo, sullo "zio Gustavo"), Tom Antongini (1877-1967) era stato il segretario, confidente ed anche biografo di Gabriele D'Annunzio, e lo "zio Gustavo" non era altri che D'Annunzio stesso.
Alle pp. 51-55 dell'edizione Oscar del 1969 che ho usato io (ma la prima edizione risale al 1948) appare il capitolo: "Il compìto pederasta", che allinea una serie di paradossi sugli omosessuali d'alta società, personaggi così compìti da fare la gioia di tutte le mamme altrui (che li portano ad esempio ai figli scapestrati e donnaioli), e déditi alla bella vita in giro per il mondo a spese di ricchi e potenti amichetti.
E lo stesso vale per le lesbiche.
Razzista e stereotipato, ciononostante questo scritto è a suo modo divertente, e ormai anche di un qualche interesse storico, sia per quel che riguarda il D'Annunzio "privato", sia per quel che riguarda l'Italia del periodo fascista e la mentalità della classe sociale di cui Antongini è l'espressione.
Il capitolo fu ripublicato nel 1959 in Lo zio Gustavo e l'amore.