recensione diGiovanni Dall'Orto
Vita nel tempo. Epistolario di un grande scrittore omosessuale
Selezione dall'epistolario di Comisso, lo scrittore di Treviso che fu il gay più "militante" fra tutti i letterati italiani del primo dopoguerra.
Di grande interesse sia storico sia letterario, purtroppo questo libro va letto tenendo a portata di mano una biografia di Comisso (meglio se quella, sufficientemente esplicita, del curatore, Nico Naldini).
Infatti Naldini, a parte la biografia in breve all'inizio, è stato qui assai parco di note che facessero luce sulla dimensione omosessuale di amicizie e amori di Comisso (probabilmente per non urtare destinatari delle lettere o eredi).
A parte cenni sparsi in varie lettere si vedano soprattutto quelle alle pp.:
- 112-113 (a Tito Spagnòl),
- 134 (al pittore e scrittore omosessuale Filippo De Pisis),
- 137 (raccomandazione per l'amico / amato Giulio Pacher),
- 173 (giudizio di Umberto Saba sul romanzo di Comisso a tematica velatamente omosessuale, Gioco d'infanzia),
- 178 (allusione all'amato Bruno Pagàn),
- 186-187 (a De Pisis),
- 213-215 (allusioni all'amato Guido Bottegàl), e 214 (lettera a De Pisis),
- 216-217 (sul romanzo a tematica omosessuale Simun, di Henry Furst),
- 217-220, 224-226 (sulla tragica morte di Guido Bottegal, fucilato come spia fascista),
- 226-227 (a Furst, su Simun),
- 229 (a De Pisis),
- 234 (a De Pisis, cenno allo scandalo causato a Venezia dalla "festa delle granceole", a cui De Pisis aveva fatto girare ragazzi seminudi),
- 238-239 (a Furst, parla di Gigi Pavanello (alias "Gigetto Figallo", l'ultimo compagno della sua vita),
- 260 (al poeta e scrittore gay Gian Piero Bona, sul suo romanzo Il soldato nudo),
- 265-266 (all'albergatore Alfredo Beltrame: le lettere a lui sono le più esplicite di questo epistolario, da amante ad amante o da complice a complice),
- 267, 268-270 (a Beltrame, racconta scene di "battuage"!),
- 270-271 (a Beltrame: loda Tennessee Williams e nomina perfino "Arcadie", la rivista "omofila" francese a cui Comisso collaborò anche),
- 271-285, 288-289 (a Beltrame: numerose lettere in cui racconta di avventure, giudica e descrive la bellezza di ragazzi, accenna a ragazzi che lo frequentano, parla di comuni amici - scrittori e no - anch'essi omosessuali: insomma, uno spiraglio privato, infine!),
- 292-293 (a Carlo Bo, cercando di fargli recensire lo scandaloso Cribol, che bugiardamente gli descrive in termini molto moralizzanti!),
- 303 (a Furst, sul rapporto con Figallo),
- 304, 307 (a Naldini: qui cerca di convertirlo all'eterosessualità, perché in vecchiaia avere accanto una donna è pur meglio che esser soli!).
Numerosi altri personaggi gay dell'epoca (da Penna a Pasolini, da Luchino Visconti a Mario Stefani) sono comodamente rintracciabili tramite l'indice dei nomi.