recensione diGiovanni Dall'Orto
Under 25. Un progetto di Piervittorio Tondelli
Tondelli divenne celebre, ancora giovane, non solo per merito, ma anche per un colpo di fortuna. Un magistrato decise infatti di sequestrare per "oscenità" il suo ottimo libro d'esordio, Altri libertini, che fu però assolto e da un giorno all'altro divenne il libro del momento, che nessuno poteva astenersi dal comprare.
Così da un giorno all'altro Tondelli divenne famoso, e il mercato editoriale cominciò a premere per poter spremere da lui altri best-seller, fin tanto che durava (per poco... credeva!) la fama del nome.
Ma Tondelli non era uno scrittore da uno, due, tre libri all'anno, alla Busi. Era un distillatore di parole, dubbioso all'eccesso, lento e meticoloso, quasi ossessivo, nel pensare le sue opere.
Non volendo condannarsi a produrre romanzetti di cassetta come l'insipido Pao Pao, Tondelli ebbe allora un'idea geniale, e generosa. Mise a disposizione la firma (che il mercato gli chiedeva) per permettere ad altri scrittori giovani di farsi conoscere. Perché il problema eterno è che se nessuno ti conosce nessuno ti pubblica, ma se nessuno ti pubblica, nessuno ti conoscerà mai.
Tondelli usò quindi il suo nome per spianare, con l'iniziativa "Under 25", la strada verso la pubblicazione a una schiera d'esordienti, molti dei quali, a distanza d'anni, sono in effetti diventati nomi conosciuti (anche perché Under 25 ebbe un successo commerciale di tutto rispetto, contando numerose ristampe).
Fra loro i gay, dichiarati e soprattutto non, erano moltissimi. Tondelli, che ahilui ne odiava anche la sola definizione, ha infatti dato con questa operazione un grosso contributo alla nascita della letteratura gay in Italia.
Perché, lo volesse o no, il tema gay dei suoi scritti (che, a suo dire, era del tutto accessorio, quasi casuale) era troppo importante per moltissimi lettori, per molti dei quali Tondelli fu il primo scrittore italiano che presentasse una realtà gay giovane, ma positiva, senza nevrosi e patemi suicidali. Attraverso il quale conoscersi, e nel quale riconoscersi.
Questo fenomeno, a dire il vero, è però clamoroso solo nel secondo volume, Belli & perversi.
In questo primo volume appare infatti soltanto il brevissimo "Interrogatorio", di Vittorio Cozzolino (pp. 145-146) ambientato in una società fantastica (ma non troppo...) dove la sessualità eterosessuale è obbligatoria per legge; tuttavia il racconto non affronta in modo diretto l'omosessualità.