recensione diGiovanni Dall'Orto
Lunga notte di Singapore, La (1952)
Nel 1951 Bernardino Del Boca dei conti di Villaregia e di Tegerone partecipò a un concorso letterario, e lo vinse.
Questo avvenne nonostante il fatto che il romanzo fosse il diario di viaggio verso l'Estremo Oriente d'un aristocratico omosessuale che a poco a poco arriva ad accettarsi e, giunto a Singapore, trova il coraggio di vivere una serie di avventure con ragazzi del luogo, e d'innamorarsi. Insomma, una classica storia di coming out.
Il romanzo fu edito col semi-pseudonimo di "Bernardino di Tegerone", ebbe inizialmente recensioni positive... dopodiché fu sequestrato per oscenità, e ne fu intimata la distruzione totale dal democristianissimo governo dell'epoca. (Qualche copia, provvidenzialmente salvata dall'autore, si trova però oggi nelle biblioteche degli archivi gay italiani).
Si tratta dunque di un'opera con torride scene di sesso? Macché. La porta si chiude sempre prima che l'atto sessuale inizi, e l'autore "passa a trovare" il suo protagonista (molto autobiografico) solo la mattina dopo.
Ma bastò questo. Per l'epoca, la semplice evocazione dell'omosessualità era in quanto tale ritenuta oscena.
Peccato, perché questa era un'opera garbata e raffinata, che avrebbe meritato quel ruolo di "romanzo fondatore" del tema omosessuale nella letteratura italiana a cui il suo autore, militante della liberazione sessuale, aspirava.
Ho intervistato Bernardino Del Boca, su questa vicenda e sulla sua militanza, nel mio libro: La pagina strappata, Gruppo Abele, Torino 1987, pp. 79-97.