Diario dal Cile (1973-2003)

6 febbraio 2005

Giovanissimo, Paolo Hutter ebbe la sfortuna di andare in Cile, per seguire l'esperienza del governo socialista di Unidad Popular, proprio nelle giornate del golpe fascista, voluto dagli Usa, che assassinò il presidente Salvador Allende e migliaia di militanti di sinistra. Hutter fu arrestato, e tenuto incommunicado nello stadio di Santiago de Chile, nel quale centinaia di altri militanti di sinistra furono torturati e anche assassinati sommariamente. Per sua fortuna, essendo italiano ed avendo parenti ed amici che chiesero di lui, fu rilasciato ed espulso senza che gli fosse stato fatto nulla di male.

A trent'anni di distanza Hutter, non più altrettanto giovane, e nel frattempo diventato uno degli esponenti del movimento gay italiano, torna in Cile, che è nel frattempo stato restituito alla democrazia.

Nella prima parte del volume Hutter ci racconta la sua esperienza del 1973, e per chi ha vissuto quegli anni (come io che scrivo, da adolescente) si tratta di una lettura "forte" e carica di emozioni.

Nella seconda parte Hutter ci regala un reportage "trent'anni dopo" sulla Santiago di oggi, senza dimenticarsi i luoghi e le persone del movimento di liberazione omosessuale cileno; ne segnalo l'intervista al militante Rolando Jiménez (pp. 149-152).

Un libro di gradevolissima lettura, che si gusta come un reportage giornalistico (Hutter sa scrivere), interessante tanto per chi ha l'età di Hutter (per ricordare) quanto per chi ha meno anni di lui (per sapere).

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