recensione diGiovanni Dall'Orto
Al di là. Situazioni lesbiche del 1877
Ovviamente non si può chiedere a un romanzo scritto un secolo e un quarto fa [nel 1877, con lo pseudonimo "Ottone Di Banzole"], e per di più da un uomo, una coscienza "lesbico-femminista". Eppure Mimy ed Elisa, con il loro amore intenso ma sempre delicato, fanno un figura molto migliore di quella dei loro due spasimanti, che grossolanamente pensano solo a "quello".
L'autore si diverte a disseminare aforismi come questi:
- "Se il matrimonio fosse contro natura?",
- "Comprendo che la cavalla ami il cavallo; la loro bellezza è uguale: ma la donna e l'uomo?"
- "Come mai gli uomini sono le nostre metà se non ci somigliano punto?",
- "Dio fece prima l'uomo, poi la donna: prima l'abbozzo, poi la statua".
Sorprende insomma questo romanzone d'appendice che riesce ancora a catturare l'attenzione del lettore, specie nei "crescendo" di sentimenti, e che si conclude perfino in modo simpatico: le due donne fuggono assieme e si rifugiano nel loro nido d'amore, in barba alla dabbenaggine dei loro amanti....
Il lesbismo trionfa e l'eterosessualità è gabbata... Decisamente controcorrente!
Un testo da riscoprire, insomma.
Nota: Alfredo Oriani scrisse, poco prima di morire (nel 1909), un testo in cui invocava un uomo che guidasse l'Italia fuori dai suoi guai. Fu perciò cooptato dal fascismo come "precursore": l'edizione che ho usato io (Cappelli, Bologna 1943) è (non a caso...) a cura di... Benito Mussolini.
Chissà cos'avrà pensato il "duce" leggendo questo romanzo così pieno di lesbismo?