recensione diAlessandro Martini
La Cage aux folles
Nata dalla collaborazione fra il produttore e regista Arthur Laurents, il compositore Jerry Herman e il commediografo Harvey Fierstein (già celebrato autore di Amici, complici, amanti), la versione musicale de Il vizietto, malgrado il grande consenso di pubblico, lasciò abbastanza freddi i critici. Colpa soprattutto di un libretto un po' troppo debole e lineare in cui vengono eliminate o fortemente ridimensionate molte delle scene presenti nell'originale, come ad esempio quella in cui Geroge cerca di insegnare ad Albain a comportarsi in modo maschile, risolta con una canzone, per altro mediocre, e un dialogo non particolarmente divertente.
La vera grande mancanza però è un'altra: viene totalmente eliminata la figura della madre naturale di Jean-Michel, unica antagonista alla strabordante Albain/Zaza.
Certo c'è anche del buono: la grande inventiva della messinscena con diversi cambi di scenografia a vista che, anche solo leggendo le didascalie, lasciano sbalorditi; la non comune affettuosità con cui i due protagonisti affrontano tutta la commedia, e soprattutto il riuscitissimo finale del primo atto, che termina con la canzone I am What I am.
Questo libretto valse comunque all'autore il premio Tony (equivalente degli Oscar per il mondo teatrale americano) e, per la prima volta nella storia del premio, nel suo discorso di accettazione Harvey Fierstein dedicò la vittoria al proprio compagno.