recensione diGiovanni Dall'Orto
Detti e fatti dei padri del deserto
Questa è un'antologia di aneddoti da raccolte di apophthegmata (detti edificanti) attribuiti a santi monaci, risalenti al quinto secolo.
I curatori hanno voluto raccogliere una lezione di "spiritualità", ed hanno quindi accolto con circospezione gli aneddoti a tematica omosessuale (spesso decisamente espliciti) di queste raccolte, però non li hanno censurati del tutto.
L'interesse nutrito da queste agiografie per l'omosessualità è stato studiato da Ramon Teja, Il demonio dell'omosessualità nel monachesimo egiziano. In: Salvatore Pricoco (cur.), Il demonio e i suoi complici. Dottrine e credenze demonologiche nella Tarda Antichità, Rubettino, Messina 1995.
Teja afferma che, fuggìti nel deserto per evitare le donne, i monaci egiziani scoprirono che il diavolo li tentava attraverso la bellezza dei ragazzi e dei giovani uomini. (Perciò, quando il monachesimo iniziò a decadere, fu nella coabitazione fra anziano maestro e giovane discepolo che alcuni monaci trovarono la causa della decadenza stessa).
Questa situazione lasciò traccia in un gran numero di apophthegmata, che mostrano la preoccupazione ossessiva di prevenire la tentazione di questo tipo: "I cristiani e, in particolare, gli antichi monaci avevano un'ossessione per il corpo e il sesso che oggi ci appare patologica" (p. 191).
Tuttavia, "la lettura degli Apoftegmi sorprende per la disinvoltura e l'assenza di tabù con cui il pericolo dell'omosessualità viene affrontato in questa letteratura popolare. In essa non c'è traccia dell'inibizione con cui il tema del sesso sarà affrontato nella letteratura ascetica posteriore, specialmente nella tradizione latina" (p. 194).
Sulla questione si veda anche la monografia di Carlos Espejo Muriel, El deseo negado. Aspectos de la problemática homosexual en la vida monástica (siglos III-VI d.C.), Universidad de Granada, Granada 1991.
In questa raccolta si veda a pagina:
- 90 (= Nau, 69), in una visione un anziano vede un confratello mentre si trastulla col demone dell'impurità.
- 105 (Nau, 351), non bisogna giudicare per sentito dire. Dio stesso, prima di distruggere Sodoma, mandò i suoi angeli a verificare.
- 132 (Nau, 427), occorre stare in guardia contro lo spirito della fornicazione, che può insinuarsi anche nell'atteggiamento caritatevole verso i confratelli, scadendo in amicizia particolare, e addirittura gelosia se l'amico parla con altri. E incontrando il confratello amato, a soddisfare la propria passione basta il solo odore del suo abito...
[Io trovo che l'osservazione ossessiva di questi sessuomani li portasse a notare e capire dettagli psicologici, come questo, sottilissimi e straordinariamente veri...]. - 137-138 (Nau, 181), un monaco accusò due confratelli di "stare assieme". Ma l'anziano capì che era l'accusatore ad essere tentato da quel peccato [la "proiezione" freudiana, con tredici secoli d'anticipo!], e lo fece chiudere in una cella da solo, avendo compreso che egli aveva in sé "il vizio" (così la traduzione italiana, ma il testo greco diceva tò pàthos, cioè "la malattia", "la passione");
- 143-144 (Nau, 192), aneddoto in cui i monaci schivano un loro confratello perché è "tentato" dal demonio, cosicché nessuno lo vuole invitare, neppure a pregare.
- 156 (Nau, 330), invito a stare alla larga da donne e ragazzi.
- 178 (Poemen, 2), l'abate Pastor è rimproverato per il suo insufficiente distacco dalle cose del mondo, essendosi rattristato perché suo fratello, monaco anch'egli, aveva contratto un'"amicizia particolare".