"Homer-fobie" americane

16 settembre 2004, Pride, n°12, Giugno 2000

“Ora, non dimenticate: per quanto ne sanno gli altri, noi siamo una famiglia simpatica e normale”.  È una battuta di Homer, il capofamiglia Simpson, tratta da uno dei primissimi episodi della serie d’animazione che ha rivoluzionato la televisione degli ultimi dieci anni.

 

Di normale, consueto, usuale c’è molto poco, in questa famiglia americana dalla pelle itterica e dal linguaggio colorito, tanto da sembrare la degenerazione moderna delle famiglie televisive del passato, dai Bradford ai Robinson, passando per i “cugini” animati dei Flinstones. Non a caso il creatore dei Simpson, Matt Groening, definisce le proprie creature “l’allucinazione di una sit-com”. La sit-com è il genere per eccellenza della tv americana, ed è per intendersi un prodotto seriale che racconta con toni da commedia storie di vita quotidiana in ambienti circoscritti ricorrenti, sottolineando dialoghi e battute con le caratteristiche risate fuori campo.

I Simpson devono molto a questo modo di fare televisione: per come vengono introdotti i luoghi in cui si svolgono le storie (la città immaginaria di Springfield) e i personaggi -sempre gli stessi- per la durata e per il gran numero di episodi realizzati, per l’unità di tempo nel quale si dipanano le vicende. L’assenza selle risate off è invece solo il più evidente degli elementi che avvicinano piuttosto I Simpson all’imprevedibilità dei cartoni animati americani più classici (Disney, Warner Bros, Tom&Jerry...),

con in più un insaziabile gusto per la citazione, l’omaggio, la parodia dei linguaggi televisivo, cinematografico, fumettistico, musicale.

La complessità de I Simpson salta all’occhio anche al più disattento degli spettatori, tanto che è possibile  rinvenire un’infinità di livelli di lettura: il fatto di affascinare e divertire persone di estrazione, cultura, età così diverse contemporaneamente sta probabilmente alla base del successo planetario decennale di questa serie.

Anche un pubblico gay non può che rimanere appagato dalle strizzatine d’occhio che gli autori di Homer & soci ci indirizzano per tutta la serie, giocando con gli stereotipi per rivoltarli contro chi si prende troppo sul serio.

Nell’episodio “L’Uomo Radioattivo” il regista che intende girare un film a Springfield è il cliché della velata hollywoodiana capricciosa e prepotente, mentre uno dei personaggi del film è la parodia gay dei nemici di Batman.

In “Il film-festival di Springfield” le sorelle di Marge Simpson, Patty e Selma, spettegolano su chi sia gay a Hollywood, mentre la stessa Selma scopre che l’attore Troy McClure l’ha sposata per copertura nell’episodio “Un pesce di nome Selma”.

“Sei ambiguo?”- gli chiede sconsolata.

 “Ambiguo? Magari! No, è una perversione ancora peggiore...”, e a dirlo è uno dei personaggi più vanesi e fasulli dell’universo simpsoniano.

In “Simpson e Dalila” facciamo conoscenza con il personaggio di Karl (doppiato in originale da Harvey Firstein, l’autore del film Amici, complici, amanti), assistente di Homer e innamorato di lui.

 In preda allo sconforto, Homer si confida con il suo assistente:

Non sei affatto un gran coglioncione, Homer...”, lo consola Karl.

“E tu come lo sai?”

“Perché mia madre mi ha insegnato a non baciare mai un gran coglioncione!”  (vediamo Karl che bacia Homer sulla bocca e, uscendo dalla stanza, gli dà una pacca sulle chiappe...)   

Significativo l’episodio “Lisa contro Malibu Stacy”- Malibu Stacy è la Barbie versione   Simpson - dove la piccola Lisa Simpson si scaglia contro il maschilismo della bambola parlante più amata dalle bambine.

“Lisa, normalmente ti direi di batterti per quello in cui credi, ma ultimamente lo stai facendo un po’ troppo spesso...”, è il rimprovero che Lisa riceve dalla madre, Marge, e intanto vediamo un ritaglio di giornale che raffigura la famiglia Simpson sotto il titolo: “Gay del luogo manifestano il proprio orgoglio”.

L’episodio è rappresentativo perché svela alcuni retroscena sul personaggio gay per eccellenza de I Simpson, ovvero Waylon Smithers, segretario del sig. Burns, (non tanto) segretamente innamorato del proprio capo. Dopo innumerevoli riferimenti disseminati nel corso della serie, per la prima volta Smithers ci rivela qualcosa della sua vita privata. Ad esempio scopriamo che Waylon è il proprietario della più grande collezione di Malibu Stacy del mondo e che, nella schermata d’apertura del suo computer, ha inserito l’immagine di Burns nudo che lo accoglie sussurrando: “Ciao Smithers, sei molto bravo nell’accendermi”!

Il coming-out definitivo di Smithers avviene però nel bellissimo episodio “La fobia di Homer” (in originale “Homer-phobia”), dimostrazione concreta della sensibilità e della correttezza con la quale gli autori de I Simpson intendono affrontare l’omosessualità nella loro serie. 

In questo episodio Smithers fa solo una comparsata, rivelandoci di essere stato scaricato da John,  proprietario gay di un negozio di cianfrusaglie e caricatura del regista di Polyester John Waters: è lui il vero protagonista della vicenda. I Simpson sono conquistati dalla sua simpatia e originalità, ma quando Homer scopre che John è gay, la sua reazione è tragicomicamente esagerata:

“Non voglio vederlo non perché è gay, ma perché è un infido: dovrebbe avere almeno il buon gusto di fare quelle moine e mostrare a tutti che lui è... così!

Tu mi conosci, Marge. Mi piace la birra fredda, la tv a volume alto e i miei omosessuali stradonnissime(lo vediamo agitare i polsi “scheccando” platealmente).

“Homer, cos’hai contro i gay?”, chiede John flemmatico.

“Lo sai, non è un modo d’essere usuale... Se esistesse una legge, sarebbe... contro! I gay sono la vergogna dell’America, hanno ridotto la Marina a una barzelletta galleggiante, hanno distrutto i nostri nomi più virili, come Bruce, Lars, Julian: ora sono solo nomi...”

“...Ambigui?”

“Già! E me la prendo con voi perché usate quella parola. Quella è la NOSTRA parola per prendervi in giro! Ci serve!!” 

Quando poi Homer si accorge che il figlio Bart comincia a comportarsi in modo strano - lo sorprende a ballare un pezzo degli Abba con addosso una parrucca - scattano le contromisure per rendere Bart più virile. Memorabile la scena all’interno dell’acciaieria nella quale Homer porta Bart a vedere all’opera “veri uomini aitanti mentre fanno quello che sanno fare meglio”: suona la sirena della pausa e, al grido “Noi lavoriamo sodo e ci divertiamo sodo!”, l’acciaieria si trasforma in una discoteca leather, con gli operai, tutti gay, che ballano scatenati la disco-music! Neanche l’idea di portare Bart a caccia per farlo diventare un vero uomo ha molto sucesso (“Un’ammucchiata di soli uomini in mezzo ad un bosco... mi sembra una cosa da gay.” è il commento di Bart a proposito della caccia...), poiché gli unici animali a cui sparare sono le renne di Babbo Natale di un allevamento vicino!

L’intervento tempestivo di John salva Homer e suo figlio dalle renne inferocite, facendo cambiare idea a Homer sugli omosessuali: “Non voglio che chiamiate John femminuccia!”- commenta Homer davanti ai suoi compagni di sbronza.

”Questo... finocchio ci ha salvato la vita...” Poi, rivolto a Bart, aggiunge: “Sai, forse è la mia commozione cerebrale che parla, ma qualunque sia il modo in cui tu decida di vivere, a me sta più che bene!”

Quel che può apparire un eccesso di politicamente corretto è invece un’idea onesta di come andrebbero trattati i personaggi di finzione: suggerire uno stereotipo della realtà per darne un’idea più riconoscibile, senza però eccedere nel fornire giudizi morali. E’ il motivo per il quale, all’interno della serie de I Simpson, sono presenti sia personaggi gay positivi come John e Karl, sia personaggi negativi come Smithers o il regista di Hollywood, evidenziando ovviamente che nessuno è buono o cattivo in assoluto. Forse è questo il motivo per il quale questi pupazzi gialli disegnati in maniera sgradevole siano così amati...

Ci sentiamo allora di solidarizzare col povero ragazzo che ha la sfortuna di avere per madre la Prof.ssa Marianna D’Impanato di La Spezia, la quale scrive al giornalino che ospita la versione a fumetti de I Simpson: “Trovo (I Simpson) immorali e diseducativi, ... incitano ad un comportamento animalesco e deridono l’importante concetto di Famiglia e Religione... Ho vietato di vedere il succitato programma a mio figlio, s'immagini il mio disappunto quando ho scoperto la Vostra puerile rivista nascosta nell’armadio di camera sua!

Esagerata! Neanche fosse una rivista gay!!
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