recensione diGiovanni Dall'Orto
Poesie di Álvaro de Campos
Álvaro de Campos è, fra gli eteronimi di Pessoa, l'unico a lasciar trasparire l'omosessualità del poeta ortonimo. Anche se, presentando il volume senza la più piccola nota esplicativa, la pudibonda "curatrice" ha fatto del suo meglio - e con successo! - per soffocare o almeno nascondere questo spettro così "scomodo".
Non ha però potuto sbarazzarsi dalle troppo esplicite fantasie sadomasochistiche della lunghissima "Ode marittima" [1915] (pp. 66-127) nella quale il poeta (pp. 101-103) sogna d'essere stuprato in modo violentissimo dai pirati: "Costringetemi a inginocchiarmi davanti a voi! / Umiliatemi e picchiatemi! / Fate di me il vostro schiavo e la vostra cosa! / E il vostro disprezzo per me non mi lasci mai! / O miei signori! O miei signori!".
Anche lo spleenetico "Il passaggio delle ore" [1916/1923] ha un lungo brano omosessuale (pp. 131-133): "Le braccia di tutti gli atleti mi hanno stretto subitamente femminile / ed io solo a pensarci sono svenuto fra i muscoli supposti / (...) / Freddie, io ti chiamavo Baby perché tu eri biondo, bianco e io ti amavo, / quante imperatrici senza impero e principesse detronizzate sei stato per me!".
"Sonetto già antico" [1922] (pp. 172-173) è una deliziosissima "scheccata", dialogo camp che sembra essere fra due donne... e non lo è.
"Psichetipia" [1933] (pp. 212-213) è un dialogo surreale forse d'amore... o forse non è davvero un dialogo...
"Tutte le lettere d'amore sono ridicole" [1935] (pp. 348-349) è una bellissima filastrocca autoironica e molto vera sull'amore... che è ridicolo... come lo è però anche il fatto di definirlo tale.
"Trippa alla maniera di Oporto" [s.d. ] (pp. 388-389 parla sotto metafora dell'amore (ma non specifica per quale sesso).
Infine (pp. 390-391) "Mi piacerebbe che mi piacesse" ci porta a un divertito dialogo post-coitale (il "tavolino da notte" della traduzione italiana è in realtà un banale "comodino"), in cui si parla di filosofia... mentre la mente pensa a tutt'altro. Come al fatto di essersi innamorati ("amavo ed amavo amare"...).
Se a volte in queste poesie l'accenno alla sessualità può apparire tenue, si ricordi l'anno in cui furono scritte, sotto una dittatura fascista: per l'epoca erano semmai assolutamente audaci. E si ricordi che questo è un gioco letterario, in codice, non destinato ad essere decifrato da tutti, ma al contrario solo da chi vuole capire.
Anche se, a dire il vero, manca da questa raccolta la sola poesia esplicitamente omosessuale di Álvaro de Campos, Saudação a Walt Whitman / Saluto a Walt Whitman. Chissà perché!