recensione diGiovanni Dall'Orto
Neoplatonici, I [1858/59]. Sogni di "amori greci" per un patriota.
Dell'omosessualità del patriota e scrittore Luigi Settembrini si parlò per la prima volta nel 1977, quando fu inaspettatamente pubblicato un suo romanzo breve, I neoplatonici, fantasia omoerotica ambientata nella Grecia antica.
Scritto durante la prigionia, subito dopo la traduzione di Luciano (vale a dire fra il 1858 e il 1859) fu da lui inviato alla moglie come (presunta) traduzione di un testo greco antico.
Lasciato alla morte del Settembrini fra le carte inedite, il manoscritto fu esaminato fra gli altri da Benedetto Croce, che pudibondamente pose il veto alla pubblicazione, giudicando l'opera un
"lubrico e malsano (&) errore letterario del Venerato Maestro, martire patriottico dei Borboni"
(come se essere gay mettesse al riparo dall'essere martire dei Borboni, o come se essere martire dei Borboni mettesse al riparo dall'essere gay...).
I neoplatonici è uno scritto breve, ma rivelatore delle fantasie intime del suo autore.
Privo di una vera trama, segue passo passo le vicende di due ragazzi che s'innamorano l'uno dell'altro e divengono amanti, e si conclude con le contemporanee nozze dei due (che però, significativamente, non impediscono la prosecuzione della loro relazione).
Il racconto comprende descrizioni di rapporti sessuali (sodomitici!) che non hanno paralleli nella letteratura italiana di quell'epoca.
Dal punto di vista letterario, benché di respiro modesto lo scritto è comunque di livello ottimo, di stile agile e fresco, nonché dotato di una certa eleganza.
Degna di nota è inoltre l'immagine che presenta, assolutamente positiva e serena, della relazione omosessuale.
Polemicamente l'autore ripropone una certa concezione pre-cristiana della (omo)sessualità, e presenta l'amore omosessuale come un elemento della vita umana capace di dare gioia e soddisfazione.
Inoltre ne tratta come di una relazione provvista tanto di una dimensione affettiva quanto di una dimensione erotica, con un approccio assai raro nel panorama letterario di quel secolo.
All'apparire del libro non è mancato chi lo considerasse il risultato di una sorta di "rivelazione" che Settembrini avrebbe ricevuto da rapporti omosessuali in carcere. Si tratta comunque di un'ipotesi, per il momento non ancora avvalorata da documenti.
Su quest'opera si veda ora, di Stefano Bolognini, Uno scherzo gay di 150 anni?