recensione diGiovanni Dall'Orto
Eccentrici amori
L'edizione originale (Les amours singuliers) fu edita nel 1949.
Una delle due narrazioni di questo libro è dedicato a una compiaciuta biografia di Wilhelm von Gloeden (1856-1931), mentre la seconda parla della passione incestuosa d'una madre per il figlio omosessuale.
Fu quest'opera narrativa a ridare celebrità a Gloeden, dopo un periodo d'eclissi della sua fama, al punto che per due decenni e più l'opera del "barone fotografo" è stata letta attraverso il filtro (e in parte specchio deformante) di Peyrefitte.
Quest'opera è anche, indirettamente, responsabile della corsa ad attribuire a Gloeden qualunque foto di nudo maschile prodotta in Italia a fine Ottocento, corsa che ha inquinato il corpus di Gloeden con opere di molti altri fotografi. Essendo quello di Gloeden (grazie a Peyrefitte) il solo nome noto, le sue foto valevano di più sul mercato antiquario. Da qui valanghe di attribuzioni "disinvolte", e non certo disinteressate, da parte di commercianti d'immagini e collezionisti.
Nota bene: nonostante Peyrefitte abbia fatto in tempo a parlare con chi aveva conosciuto Gloeden in vita, e si basi nel suo racconto su fonti di prima mano, lo scritto rimane comunque opera letteraria e romanzata. Non è certo una biografia di carattere "scientifico" e filologico, e va quindi presa con molta prudenza.
Ciò detto, chiunque studi Gloeden dovrebbe partire dalla lettura di questo testo, perché molti saggi critici posteriori sono conferme o smentite (di solito non dichiarate) al ritratto reso celebre in quest'opera.