recensione diGiovanni Dall'Orto
Honneur piétiné d'un domestique homosexuel en 1909, L'
Nei suoi processi contò maggiormente il fatto che Renard fosse omosessuale (aveva una relazione col nipote sedicenne o diciassettenne della vittima, Léon Raingo, che divenne suo accusatore) che il fatto che egli avesse davvero partecipato o meno all'assassinio. Come opportunamente nota Gury, "L'affaire Renard, c'est une "affaire Dreyfus" homosexuelle, une parmi d'autres, une affaire Dreyfus qui n'a pas du tout partagé la France en deux, une affaire Dreyfus qui n'a pas mobilisé les intellectuels, Gide bien seul et rédigeant son Corydon en cachette" (p. 17).
Gury mostra in effetti come fosse stata l'indignazione per lo smaccato pregiudizio dimostrato da avvocati, giudici, giurati, ad avere messo in moto in André Gide la scrittura del Corydon.
Gury cita numerosi documenti in cui il ragionamento, "chi è omosessuale è capace di qualunque crimine, omicidio incluso, dunque Renard è colpevole", è esposto in modo esplicito, senza la minima vergogna.
Renard fu condannato ai lavori forzati a vita, fu deportato un Guyana e di lui non s'è saputo più nulla.