Ciao Neil, ti confesso che sono alquanto eccitato, come un bimbo di fronte al suo primo cono gelato... pocihé innanzi tutto sono un fan di vecchia data dei Pet Shop Boys.
(ride) Grazie!
Ok, partiamo con il nuovo album. Lo trovo molto vario, anche se direi che ci sono parecchi pezzi trainanti...
In effetti è un album pieno di grandi pezzi pop. La struttura delle canzoni è abbastanza differente rispetto al precedente album dove c'era un tema centrale. C'è una bellissima canzone che si chiama "The way it used to be" che narra l'intera storia di una relazione, cosa che non avevamo mai fatto precedentemente. Non eravamo interessati a cercare un tema centrale, piuttosto volevamo provare un album che fosse veloce e pieno di brani pop, e credo che ci siamo riusciti.
Io ricordo ad esempio Release, che fu per me un modo totalmente nuovo di ascoltare i Pet Shop Boys...
Indubbiamente, lo era. In Release cercammo di mantenere lo stesso stato d'animo per tutto il disco.
In questo album invece assistiamo a differenti umori, anche se è un disco pieno di ottimismo: è sufficiente che tu ascolta "Did you see me coming?" o "All over the world" e canzoni gioiose come "Pandemonium" per rendertene conto.
Ciò significa che siete ancora curiosi di provare nuove " strade" musicali?
Completamente curiosi! Ci piace sempre lavorare con nuovi produttori perché ti danno la possibilità di imparare cose nuove ed è interessante vedere come altre persone fanno musica, come ad esempio con Xenomania. Loro hanno prodotto dei grandi dischi e noi volevamo vedere come ci avrebbero aiutato nel nostro intento. Hanno la loro casa in Kent ed ogni stanza ha il suo studio. Hanno anche co-firmato tre brani con noi ("Love etc", "More than a dream", "The way it used to be"). È stata un'esperienza interessante perché hanno portato qualcosa di nuovo nei nostri brani e nel modo di comporre.
Da dove salta fuori l'idea di utilizzare un estratto dallo "Schiaccianoci" di Tscaikowski per "All over the world"?
È stata un'idea di Chris (Lowe). Originariamente era una canzone diversa e s'intitolava "I'm not crying, I'm laughing" ed era difficile scrivere, mentre Chris istintivamente ci metteva quel motivo sopra (accenna la melodia della marcia tratta da "Lo schiaccianoci"). Fu una cosa divertente, ma quando fummo quasi al termine della preparazione dell'album a Chris non piacque la canzone e quindi prendemmo "All over the world" mantenendo l'idea del breve estratto da Tschaikowski
Sono rimasto sorpreso da "Beautiful people": sembra un brano uscito dagli anni '60...
Scrivemmo questa canzone mentre un nostro amico era impegnato nella stesura di una commedia televisiva intitolava "Beautiful people" e ci chiese se avessimo potuto scrivergli un tema per la sua opera; poiché stavamo per terminare di comporre proprio quel brano, decidemmo di chiamarlo per l'appunto "Beautiful people". È quasi una canzone folk, sembra una canzone dei Beatles. Due ragazzi molto giovani australiani, ventenni, che facevano parte del team Xenomania presero la canzone e ci misero su una batteria anni '60 e la chitarra, trasformandone completamente il sound. Originariamente non suonava così "sixties", ma a noi piacque molto e ne è uscito un pezzo più potente e allo stesso modo più disteso rispetto all'originale. Decidemmo così di mantenere quel sound tipico di quell'era ed io credo che sia veramente bella.
Nella vostra carriera avete composto e prodotto molte canzoni pop, musica per film, avete scritto un musical, l'orchestra della BBC ha suonato con voi e ultimamente ho letto che avete scritto musica per un balletto...
Vero!
I Pet Shop Boys sono sempre stati una sorta di gruppo teatrale, per i nostri tour abbiamo sempre ingaggiato direttori, designers, coreografi. Quando recentemente abbiamo suonato con un'orchestra ci è venuta l'idea per un balletto per il quale abbiamo scritto circa 30 minuti di musica. È interessante fare altre cose oltre a scrivere canzoni pop; oltretutto abbiamo maturato un'interesse piuttosto costante per il teatro, interesse che cerchiamo di portarci appresso anche nei tour dove ci piace inscenare una sorta di commedia musicale.
I Pet Shop Boys rappresentano ancora un punto di riferimento per tanti ragazzi e ragazze che grazie alle vostre canzoni hanno trovato il coraggio di fare il proprio coming out. Io stesso ti confesso che ancora oggi quando ascolto una vostra versione live di "I will survive" mixata con "It's a sin" provo un certo brivido sulla schiena...
(Ride). Abbiamo mixato quei due pezzi perché erano simili sia musicalmente che in parte come messaggio, che credo però sia un messaggio universale, in cui si possono riconoscere non solo i maschi gay. Trovo noioso difatti quando gli etero definiscono i PSB come gruppo solo per un audience gay. Credo che donne e uomini etero possano ascoltare il mix di "I will survive" e "It's a sin" come un brano che mette in rilievo l'esperienza di una relazione forte e allo stesso tempo coraggiosa, senza per questo essere necessariamente gay. Io spero di scrivere in un modo ponderato e universale e tuttavia il mio essere gay non mi ha impedito di fare cose "normali" come andare a scuola, ecc.
Sono d'accordo, tuttavia non pensi che i PSB rappresentino in parte un'estetica gay?
Non credo in un'estetica gay o che la tua sessualità comporti una cultura artistica o estetica. Se così fosse sarebbe limitativo, tanto è vero che non ho mai sentito parlare di un'estetica eterosessuale... Vi sono però delle canzoni e dei temi che hanno un appeal particolare per un audience gay, ma anche per gente etero che, ad esempio, si trova sulla quarantina e senza figli ed ha molti più soldi da spendere nei club. Io ho degli amici etero che non hanno ancora figli e vivono una situazione simile alla mia.
Recentemente in Italia una canzone che parla dell'impossibilità di essere felici se tu sei gay è salita sul podio di Sanremo. Secondo te una canzone più influenzare l'opinione pubblica?
In Italia avete una tradizione totalmente diversa per quanto riguarda la composizione delle canzoni. Una canzone simile semplicemente non esisterebbe in Inghilterra. Da noi ad esempio alla fine degli anni '70 c'è stata una canzone di Tom Robinson, "If you're glad to be gay", che fu un brano trasmesso sulle radio più importanti e che a suo tempo influenzò in qualche modo l'opinione pubblica. Negli ultimi dieci anni Tony Blair è stato criticato, tuttavia il suo governo ha promulgato l'uguaglianza per l'età del consenso (tra gay al pari degli etero). Ha legalizzato le unioni civili, ha avuto due ministri gay, quindi qualcosa è cambiato. Ovviamente c'è ancora razzismo e omofobia da parte di persone stupide. È importante che in Inghilterra ciascuno possa parlare. Io ad esempio non sono nero, ma sono lo stesso contro il razzismo. Così mi attendo che tutti siano contro l'omofobia e in Inghilterra le cose stanno cambiando in maniera incredibilmente veloce. C'è ancora omofobia ma storicamente sta morendo. Io non credo che l'idea di una cultura gay possa essere positiva, non credo che creare diverse comunità possa servire ad abbattere le barriere del pregiudizio in quanto creano dei ghetti e creare diverse comunità sarebbe contro l'interesse di tutti. Al contrario credo che siamo parte di un'unica comunità; e le persone che non saranno in grado di riconoscerlo saranno razzisti ed omofobi. Un'unica comunità è ciò verso cui dobbiamo mirare.
Avete cantato la generazione dei paninari, che vi hanno legato un po' all'Italia. Però siete ancora seguiti da una miriade di ragazzi. Cos'è cambiato da allora?
Loro sembrano più giovani ed io più vecchio (ride). Io adoro l'energia e l'ottimismo delle persone giovani, mi piace frequentarli, ti permettono in qualche modo di rimanere giovane, almeno dentro. Ripensando a "Paninaro" noi cantammo gli usi dell'Italian style di quel tempo, c'era un modo di indossare i jeans molto particolare rispetto a quanto facevamo in Inghilterra, c'era una sorta di paranoia estetica portata avanti dai designer e dai responsabili delle discoteche. Chris (Lowe, ndr.) ne era molto attratto.
Verrete in Italia per il prossimo tour?
Ci piacerebbe tornare in Italia, dipende dal promoter che troveremo. Due anni fa abbiamo tenuto un bellissimo concerto a Milano (presso la Villa Arconati di Bollate, ndr.). Nella nostra carriera abbiamo dato solo 4 concerti in Italia e oggi non siamo così poplari come lo fummo negli anni '80.
Avete dedicato Fundamental alle vittime arabe dell'omofobia. Se voleste dare un messaggio positivo dell'essere gay o in modo più ampio dell'essere sé stessi, che canzone scegliereste dal vostro repertorio?
Ce ne sono diverse: "Love comes quickly", ad esempio, è una canzone dedicata al momento magico dell'innamoramento, sia etero che gay. Nell'ultimo album ci sono "All over the world" e "Pandemonium", ma anche "West end girls", che parlava dell'andare fuori di notte, e in un certo modo di trovarti e lasciarti andare, di perderti, che è un po'quello che succede quando entri in un club gay.Intervista a Neil Tennant - 25 febbraio 2009
Ciao Neil, ti confesso che sono alquanto eccitato, come un bimbo di fronte al suo primo cono gelato... pocihé innanzi tutto sono un fan di vecchia data dei Pet Shop Boys
(ride) Grazie!
Ok, partiamo con il nuovo album. Lo trovo molto vario, anche se direi che ci sono parecchi pezzi trainanti...
In effetti è un album pieno di grandi pezzi pop. La struttura delle canzoni è abbastanza differente rispetto al precedente album dove c'era un tema centrale. C'è una bellissima canzone che si chiama "The way it used to be" che narra l'intera storia di una relazione, cosa che non avevamo mai fatto precedentemente. Non eravamo interessati a cercare un tema centrale, piuttosto volevamo provare un album che fosse veloce e pieno di brani pop, e credo che ci siamo riusciti.
Io ricordo ad esempio Release, che fu per me un modo totalmente nuovo di ascoltare i Pet Shop Boys...
Indubbiamente, lo era. In Release cercammo di mantenere lo stesso stato d'animo per tutto il disco.
In questo album invece assistiamo a differenti umori, anche se è un disco pieno di ottimismo: è sufficiente che tu ascolta "Did you see me coming?" o "All over the world" e canzoni gioiose come "Pandemonium" per rendertene conto.
Ciò significa che siete ancora curiosi di provare nuove " strade" musicali?
Completamente curiosi! Ci piace sempre lavorare con nuovi produttori perché ti danno la possibilità di imparare cose nuove ed è interessante vedere come altre persone fanno musica, come ad esempio con Xenomania. Loro hanno prodotto dei grandi dischi e noi volevamo vedere come ci avrebbero aiutato nel nostro intento. Hanno la loro casa in Kent ed ogni stanza ha il suo studio. Hanno anche co-firmato tre brani con noi ("Love etc", "More than a dream", "The way it used to be"). È stata un'esperienza interessante perché hanno portato qualcosa di nuovo nei nostri brani e nel modo di comporre.
Da dove salta fuori l'idea di utilizzare un estratto dallo "Schiaccianoci" di Tscaikowski per "All over the world"?
È stata un'idea di Chris (Lowe). Originariamente era una canzone diversa e s'intitolava "I'm not crying, I'm laughing" ed era difficile scrivere, mentre Chris istintivamente ci metteva quel motivo sopra (accenna la melodia della marcia tratta da "Lo schiaccianoci"). Fu una cosa divertente, ma quando fummo quasi al termine della preparazione dell'album a Chris non piacque la canzone e quindi prendemmo "All over the world" mantenendo l'idea del breve estratto da Tschaikowski
Sono rimasto sorpreso da "Beautiful people": sembra un brano uscito dagli anni '60...
Scrivemmo questa canzone mentre un nostro amico era impegnato nella stesura di una commedia televisiva intitolava "Beautiful people" e ci chiese se avessimo potuto scrivergli un tema per la sua opera; poiché stavamo per terminare di comporre proprio quel brano, decidemmo di chiamarlo per l'appunto "Beautiful people". È quasi una canzone folk, sembra una canzone dei Beatles. Due ragazzi molto giovani australiani, ventenni, che facevano parte del team Xenomania presero la canzone e ci misero su una batteria anni '60 e la chitarra, trasformandone completamente il sound. Originariamente non suonava così "sixties", ma a noi piacque molto e ne è uscito un pezzo più potente e allo stesso modo più disteso rispetto all'originale. Decidemmo così di mantenere quel sound tipico di quell'era ed io credo che sia veramente bella.
Nella vostra carriera avete composto e prodotto molte canzoni pop, musica per film, avete scritto un musical, l'orchestra della BBC ha suonato con voi e ultimamente ho letto che avete scritto musica per un balletto...
Vero!
I Pet Shop Boys sono sempre stati una sorta di gruppo teatrale, per i nostri tour abbiamo sempre ingaggiato direttori, designers, coreografi. Quando recentemente abbiamo suonato con un'orchestra ci è venuta l'idea per un balletto per il quale abbiamo scritto circa 30 minuti di musica. È interessante fare altre cose oltre a scrivere canzoni pop; oltretutto abbiamo maturato un'interesse piuttosto costante per il teatro, interesse che cerchiamo di portarci appresso anche nei tour dove ci piace inscenare una sorta di commedia musicale.
I Pet Shop Boys rappresentano ancora un punto di riferimento per tanti ragazzi e ragazze che grazie alle vostre canzoni hanno trovato il coraggio di fare il proprio coming out. Io stesso ti confesso che ancora oggi quando ascolto una vostra versione live di "I will survive" mixata con "It's a sin" provo un certo brivido sulla schiena...
(Ride). Abbiamo mixato quei due pezzi perché erano simili sia musicalmente che in parte come messaggio, che credo però sia un messaggio universale, in cui si possono riconoscere non solo i maschi gay. Trovo noioso difatti quando gli etero definiscono i PSB come gruppo solo per un audience gay. Credo che donne e uomini etero possano ascoltare il mix di "I will survive" e "It's a sin" come un brano che mette in rilievo l'esperienza di una relazione forte e allo stesso tempo coraggiosa, senza per questo essere necessariamente gay. Io spero di scrivere in un modo ponderato e universale e tuttavia il mio essere gay non mi ha impedito di fare cose "normali" come andare a scuola, ecc.
Sono d'accordo, tuttavia non pensi che i PSB rappresentino in parte un'estetica gay?
Non credo in un'estetica gay o che la tua sessualità comporti una cultura artistica o estetica. Se così fosse sarebbe limitativo, tanto è vero che non ho mai sentito parlare di un'estetica eterosessuale... Vi sono però delle canzoni e dei temi che hanno un appeal particolare per un audience gay, ma anche per gente etero che, ad esempio, si trova sulla quarantina e senza figli ed ha molti più soldi da spendere nei club. Io ho degli amici etero che non hanno ancora figli e vivono una situazione simile alla mia.
Recentemente in Italia una canzone che parla dell'impossibilità di essere felici se tu sei gay è salita sul podio di Sanremo. Secondo te una canzone più influenzare l'opinione pubblica?
In Italia avete una tradizione totalmente diversa per quanto riguarda la composizione delle canzoni. Una canzone simile semplicemente non esisterebbe in Inghilterra. Da noi ad esempio alla fine degli anni '70 c'è stata una canzone di Tom Robinson, "If you're glad to be gay", che fu un brano trasmesso sulle radio più importanti e che a suo tempo influenzò in qualche modo l'opinione pubblica. Negli ultimi dieci anni Tony Blair è stato criticato, tuttavia il suo governo ha promulgato l'uguaglianza per l'età del consenso (tra gay al pari degli etero). Ha legalizzato le unioni civili, ha avuto due ministri gay, quindi qualcosa è cambiato. Ovviamente c'è ancora razzismo e omofobia da parte di persone stupide. È importante che in Inghilterra ciascuno possa parlare. Io ad esempio non sono nero, ma sono lo stesso contro il razzismo. Così mi attendo che tutti siano contro l'omofobia e in Inghilterra le cose stanno cambiando in maniera incredibilmente veloce. C'è ancora omofobia ma storicamente sta morendo. Io non credo che l'idea di una cultura gay possa essere positiva, non credo che creare diverse comunità possa servire ad abbattere le barriere del pregiudizio in quanto creano dei ghetti e creare diverse comunità sarebbe contro l'interesse di tutti. Al contrario credo che siamo parte di un'unica comunità; e le persone che non saranno in grado di riconoscerlo saranno razzisti ed omofobi. Un'unica comunità è ciò verso cui dobbiamo mirare.
Avete cantato la generazione dei paninari, che vi hanno legato un po' all'Italia. Però siete ancora seguiti da una miriade di ragazzi. Cos'è cambiato da allora?
Loro sembrano più giovani ed io più vecchio (ride). Io adoro l'energia e l'ottimismo delle persone giovani, mi piace frequentarli, ti permettono in qualche modo di rimanere giovane, almeno dentro. Ripensando a "Paninaro" noi cantammo gli usi dell'Italian style di quel tempo, c'era un modo di indossare i jeans molto particolare rispetto a quanto facevamo in Inghilterra, c'era una sorta di paranoia estetica portata avanti dai designer e dai responsabili delle discoteche. Chris (Lowe, ndr.) ne era molto attratto.
Verrete in Italia per il prossimo tour?
Ci piacerebbe tornare in Italia, dipende dal promoter che troveremo. Due anni fa abbiamo tenuto un bellissimo concerto a Milano (presso la Villa Arconati di Bollate, ndr.). Nella nostra carriera abbiamo dato solo 4 concerti in Italia e oggi non siamo così poplari come lo fummo negli anni '80.
Avete dedicato Fundamental alle vittime arabe dell'omofobia. Se voleste dare un messaggio positivo dell'essere gay o in modo più ampio dell'essere sé stessi, che canzone scegliereste dal vostro repertorio?
Ce ne sono diverse: "Love comes quickly", ad esempio, è una canzone dedicata al momento magico dell'innamoramento, sia etero che gay. Nell'ultimo album ci sono "All over the world" e "Pandemonium", ma anche "West end girls", che parlava dell'andare fuori di notte, e in un certo modo di trovarti e lasciarti andare, di perderti, che è un po'quello che succede quando entri in un club gay.