Alla Nazimova: la diva e il suo giardino delle fanciulle

21 agosto 2006

La diva e il suo giardino delle fanciulle

Litigava con i ragazzini che da piccola le davano del maschiaccio; ha lasciato la scuola di Stanislavskij quando cominciò a considerarlo superato; tra i venti e i trent'anni divenne la più celebre diva delle scene europee e statunitensi; ad Hollywood dettava legge realizzando film "artistici"; utilizzava la sua magione californiana per dare festini per sole donne. Sembra strano, ma tutti questi bizzarri comportamenti e curiose vicende si riferiscono ad una sola donna, la grande Alla Nazimova. Oggi la ricordiamo per i pettegolezzi riguardanti il suo lesbismo e i baccanali che amava organizzare, peccato che oltre a questo pochi sappiano che la Nazimova sia stata unanimemente riconosciuta come la più grande interprete di Ibsen e Cechov.


Alla Nazimova nasce come Mariam Edez Adelaida Leventon il 22 maggio 1879, a Yalta, in Crimea, ai tempi una regione dell'Impero Russo, oggi parte dell'Ucraina. Il suo ambiente familiare è disastrato e violento: sua madre è una donna fragile e succube, e suo padre un uomo burbero e manesco, che non si fa scrupoli nel picchiare i suoi figli. Quando i suoi genitori si separano, Alla (così la chiama affettuosamente sua madre) viene affidata ad una famiglia in Svizzera, ambiente questo apparentemente più accogliente, ma anche qui le violenze non tarderanno ad arrivare. Qui però la Nazimova impara a parlare il francese e il tedesco, sviluppando inoltre un buon talento per la musica. A soli sette anni infatti prende lezioni di violino, e dimostra da subito un buon orecchio musicale.


Quando suo padre si risposa però, porta Alla via con sé in Russia, dove la giovane attrice viene vessata dalla perfida matrigna. Nel 1889 il suo tutore le propone di esibirsi in un concerto natalizio, e lei accetta con fervore. La sua esibizione è un successo, ma l'entusiasmo dimostrato da Alla per i consensi ricevuti, innervosisce il padre che la picchia. Questa cosa segnerà profondamente la sensibilità della Nazimova, causandole anche in età matura crisi e attacchi di panico nel momento in cui avrebbe finito un'esibizione. A quindici anni entra in un collegio di Odessa, dove non manca di essere presa in giro per il suo aspetto e i suoi modi "poco femminili". La fortuna le arride quando passa a vivere presso una famiglia più accogliente; i figli della padrona di casa si esibiscono in un teatro locale, ed Alla adora accompagnarli e dargli una mano con il trucco e i costumi.


Dopo la morte di suo padre, Alla scopre che ora suo fratello è diventato il suo tutore ed egli le avrebbe impedito di studiare recitazione fino ai diciassette anni. Raggiunta l'età stabilita, viene chiamata dalla prestigiosa "Scuola Filarmonica di Mosca", e successivamente entra a far parte della scuola del "Teatro dell'Arte"di Mosca, dove segue le lezioni del celebre Konstantin Stanislavskij. Qui l'attrice apprende il nuovo metodo di recitazione, basato sulla completa interiorizzazione del carattere del personaggio che si va ad interpretare. Ora Alla Nazimova, brillante e affascinante adolescente, è convinta di trovare piena realizzazione nel teatro, anche se è costretta a prostituirsi per pagare le lezioni.


Abbandonato il "Teatro dell'Arte" per lavorare in una compagnia di giro, sposa lo studente ebreo Sergei Golovin, ma il matrimonio dura poco. Torna da Stanislavsky, ma si ora il suo metodo e il suo modo di insegnare le appaiono più tradizionalisti, così abbandona definitivamente la scuola, per diventare un'attrice professionista. Così, a partire dal 1904, insieme all'attore ed intellettuale Pavel Orlenev, di cui si è innamorata, forma una compagnia con cui gira l'Europa. A Londra ottiene un successo esorbitante grazie alla sua mirabile interpretazione della piece The Chosen People di Eugene Chirikoff. In scena l'attrice è carica di tensione emotiva e di vibrante passionalità, la sua chioma corvina e la sua bellezza sofisticata poi, condiscono la sua magnificenza. Ma la sua più grande interpretazione è senza dubbio quella di Nora nel dramma Casa di bambola di Henrik Isben, in cui, grazie alla sua profonda sensibilità e al suo travolgente istrionismo, riesce ad infondere al personaggio grazia, bellezza, patetismo e coraggio. Ormai è una star.


Nel 1905 si sposta con la sua compagnia a New York, dove conosce l'attrice russa Emma Goldman, con cui instaura la sua prima relazione lesbica. Dopo una breve tournée negli Stati Uniti insieme alla sua nuova compagna, tornata a Broadway la Nazimova firma un vantaggioso contratto con l'impresario Lee Schubert. Prima di cominciare ad esibirsi l'attrice deve naturalmente imparare l'inglese, e la sua insegnante di lingua è Carolyn Harris, madre del futuro attore Richard Barthlemess, in seguito amico della Nazimova. Appropriatasi della lingua, l'attrice porta così sulle scene le grandi opere di Ibsen (la sua interpretazione a Broadway di Casa di bambola nel 1907 è un trionfo) e Cechov, nonché i suoi cavalli di battaglia Tsar Fyodor e The Chosen People. Il pubblico americano rimane conquistato da quel suo fascino così esotico ed ambiguo, e la critica ne esalta l'intensità e la carica delle sue interpretazioni.


Intanto Alla si è separata da Orlenev, che invidioso per il successo della sua compagna se n'era tornato in Russia, e durante lo spettacolo Bella Donna di James Bernard Fagan (1912), incontra l'attore Charles Bryant. Nonostante la Nazimova sia ancora legalmente sposata con Orlenev e Bryant sia gay, i due vivranno insieme come coppia per ben vent'anni.


Nel 1915, con lo scoppio della Prima Guerra Mondiale, Hollywood si affretta a realizzare pellicole antimilitariste, e in seguito all'intervento degli USA nel conflitto, propagandistiche. Una di queste è War Brides (1916), un cortometraggio pacifista che Alla Nazimova viene chiamata ad interpretare. Per quanto la trama sia alquanto improbabile (durante la guerra di un immaginario stato europeo a una donna che perde fratelli e marito in trincea, il re chiede di sfornare figli perché un giorno servano la patria, con ovvio disappunto della donna), il periodo è ideale per demonizzare la dittatura e la violenza dei paesi in guerra, e la performance della sua protagonista viene fortemente apprezzata. La Metro Goldwyn Mayer non si lascia scappare l'occasione, ed ingaggia la Nazimova con un contratto all'epoca faraonico: 30.000 dollari a film e un bonus di 1.000 dollari al giorno nel caso le riprese vengano prolungate. Così, sotto la regia dei fidati Herbert Brenon, di suo "marito" Charles Bryant, e di Gertrude Berkeley (madre del celebre coreografo Busby Berkeley) l'attrice porta sullo schermo le sue migliori performance teatrali. Il grande successo dei film Revelation e Toys of Fate, entrambi del 1917, portano il suo compenso a 13.000 dollari a settimana.


Ormai divenuta anche una star di Hollywood, Alla Nazimova decide di comprare una lussuosa magione in stile spagnoleggiante al 8080 di Sunset Boulevard, con un'enorme piscina e un panorama mozzafiato. In questa casa Alla organizza feste dal gusto licenzioso, in cui prendono parte esclusivamente donne, tra queste anche molte note attrici. Così, con l'ausilio di alcol e stupefacenti, la diva dà sfogo alla sua passionale carica erotica con chi davvero le interessa: le donne. Alla Nazimova infatti è lesbica e non si scomoda troppo per nasconderlo, nonostante il "fidanzamento di facciata" con Bryant. La casa della diva è conosciuta come "Il Giardino di Alla", scherzosa parafrasi de "Il Giardino di Allah", luogo mistico idealizzato dalla cultura musulmana.


Lo Studio cerca in tutti i modo di mettere a tacere le insistenti voci sulla sua omosessualità, mentre Alla se la spassa allegramente con la scrittrice Mercedes de Acosta, la celebre amante della Garbo, e le attrici di teatro Eva Le Gallienne e Maude Adams, nonché con una serie di giovani attricette, come Jean Acker (prima moglie di Rodolfo Valentino) e Patsy Ruth Miller, che in cambio di prestazioni lei provvede a piazzare qua e là in qualche film.


Intanto l'attrice continua la sua fulgida carriera. Dopo una breve ritorno a Broadway, Alla torna a Los Angeles, per girare il film Eye for Eye (1918), altro grande successo, e la trasposizione cinematografica del testo teatrale Ception Shoals, intitolata Out of the Fog (1919). Ottimi consensi anche per la sua interpretazione in Lanterna rossa (The Red Lantern, 1919), ma ecco che col successivo The Brat (1919), ottiene il suo primo flop al botteghino. Si rifarà però nel 1920 con Stronger Than Death. I suoi film successivi, come Billions (1921) e La Madonna della strada (Madonna of the Streets, 1924), verranno tacciati di "pretenziosità" e "indecenza". Intanto il suo contratto con la MGM è scaduto e l'attrice passa alla United Artists.


Nei primi anni '20 la Nazimova instaura una collaborazione artistica con Natacha Rambova, giovane e sofisticata scenografa con cui si dice ella abbia avuto anche una relazione. La Rambova realizzerà le scenografia del primo film di ambizione artistica della Nazimova, La signora delle camelie (Camille, 1921), trasposizione cinematografica del celebre romanzo di Dumas figlio. La sceneggiatura del film è curata dall'amante del periodo di Alla, la scrittrice e talent-scout June Mathis. Il co-protagonista è invece l'affascinante Rodolfo Valentino, futuro marito della Rambova. Il film è ben strutturato dal punto di vista narrativo, il feeling tra la Nazimova e Valentino è coinvolgente, e la scenografia moderna e stilizzata della Rambova colpisce l'occhio. La pellicola infatti viene ben accolta, sia dal pubblico che dalla critica.


Visto il successo, Alla Nazimova fa il suo secondo tentativo di portare l'Arte nell'allora ancora poco raffinato mezzo cinematografico, affidando a Charles Bryant la regia di Casa di bambola (A Doll's House, 1922), tratto dal celebre dramma di Ibsen, che la Nazimova aveva portato più volte in teatro con grande successo. L'attrice cura anche la sceneggiatura e commissiona alla fidata Natacha Rambova il compito di arredare il set. Nonostante il film sia ben riuscito, e Alla dimostri di aver perfettamente fatto suo il nuovo tipo di recitazione cinematografica, il risultato è fiacco. Non contenta, la diva si lancia in un progetto destinato a fallire sin dall'inizio. È più che mai decisa a realizzare infatti un film sull'audace Salome di Oscar Wilde. In onore di Wilde l'attrice richiede un cast completamente gay, e vuole che anche stavolta la Rambova le realizzi la scenografia. Quest'ultima però si lascia prendere un po' la mano, eccedendo in un arredamento dallo stile eccentrico e decadente. Per quanto la Nazimova sia decisamente in là con gli anni per il personaggio da ninfetta di Salomè, la sua interpretazione è comunque intensa ed apprezzabile. Salomè (Salome) esce nelle sale nel 1923 dopo enormi problemi di produzione ed il risultato è scontato: è un fiasco colossale. Non solo di critica, ma anche di pubblico. L'attrice, che vi aveva investito soldi suoi, perde un'ingente somma di denaro. Sarà così economicamente provata tanto da esser costretta a vendere il suo "Giardino di Alla", reclamando però nel contratto di cessione ad una catena di hotel, il suo diritto ad abitare in uno degli appartamenti.


Intanto Alla aveva girato il film Aphrodite, basato sul romanzo di Pierre Louys, che però racconta troppo esplicitamente vicende di erotismo e amore saffico, così verrà addirittura distrutto. Negli anni '20 l'attrice tornerà al cinema solo due volte, in The Redeeming Sin e My Son, entrambi del 1925; in seguito infatti si dedicherà completamente al teatro. Tornata a Broadway, nel 1931 ottiene eccellenti critiche la sua sinistra e sofferta interpretazione di Christine nel dramma Il lutto s'addice a Elettra, lodata anche dallo stesso autore, Eugene O'Neill.


Negli anni '30 Alla Nazimova continua a lavorare con successo per il teatro, e trascorre molto tempo viaggiando per il mondo. A Parigi la scrittrice Mercedes de Acosta la presenta alla nipote di Oscar Wilde, Dolly, anche lei lesbica. Coltiva inoltre una forte amicizia con Edith Luckett e suo marito, il Dr. Loyal Davis, che in seguito chiederanno alla Nazimova di essere la madrina di loro figlia Nancy, futura moglie di Ronald Reagan e first lady. Negli ultimi anni l'attrice si ritira a vita privata insieme alla sua nuova compagna, Doodie. Nei primi anni '40 è costretta, per ragioni finanziarie, a tornare a lavorare per il cinema, esibendosi in qualche fugace apparizione, tra le quali ricordiamo quella della sommessa Señora Augustias nel film Sangue e arena (Blood and Sand, 1941), con Tyrone Power e Rita Hayworth.


Alla Nazimova si spegne il 13 luglio 1945, in seguito ad una trombosi. Lascia il mondo in punta di piedi quella donna che fino a poco prima lo aveva fatto tremare grazie al suo strabiliante talento, al suo intrigante fascino e alla sua vulcanica personalità. Questa è la storia di Alla Nazimova, lesbica chiacchierata sì, ma soprattutto attrice di talento.


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