Ellis lo ha saputo da un'altra lettera che Karl Heinrich Ulrichs ha scritto ad un amico, lamentandosi che Kertbeny abbia creato questo neologismo "impuro" (composto dal greco omoios = lo stesso, e dal latino sexus = sesso) perché geloso del suo "urningo".
Poiché nel codice prussiano del 1851 c'è un paragrafo (il 143) che punisce gli atti contro natura commessi tra uomini e perfino con animali, Benkert teme che rimarrà nel codice del nuovo stato tedesco, se qualcuno non interviene. Così, scrive a Leonhardt, per sostenere la tesi che lo Stato non ha alcun diritto di intromettersi negli affari privati degli individui in quel che riguarda il loro comportamento sessuale.
Non avrà fortuna, ed il paragrafo 143 verrà introdotto nel codice penale della nuova Confederazione Germanica modificato solo nel numero, 152, che poco più tardi, diverrà famoso come 175 del nuovo codice del Secondo Reich tedesco (1871).
Kertbeny spiega (o, data l'epoca, cerca di giustificare) il suo interesse per l'omosessualità, con il suicidio d'un amico d'infanzia, vittima di un ricattatore. La sua seconda lettera anonima a Leonhardt è firmata «un normalsessuale».
Per un breve periodo è fidanzato con una donna molto più anziana di lui, Vilma Motuschitzky, ed ha un fugace rapporto con Bettina von Arnim, mentre molto più lunga nel tempo è l'amicizia che intrattiene con il poeta gay Alfred Meissner.
Nel gennaio del 1855 muore l'unico fratello, Emrich Maria (1825/1855) e Kertbeny si lamenta con la madre che «Con lui si estingue la nostra stirpe, perché non possiamo contare su una discendenza». Piu' tardi, a 38 anni, lui stesso è colpito dalla sifilide.
Ha un'intensa attività di traduttore e scrittore, collabora con Gustav Jäger fornendogli informazioni e materiali che finiranno nel libro «La Scoperta dell'Anima» (1880), dov'è esposta la teoria che l'attrazione sessuale ha un'origine olfattiva. E' questa l'opera che rende popolare tra i medici e la massa dei lettori il nuovo termine di Benkert mentre il suo opposto, eterosessuale verrà propagandato da Raffalovich.