Wladziu Valentino Liberace

10 aprile 2005, "Tabloid" (in forma parziale, in una box all'interno dell'articolo "Aids e media"), poi su Killer Aids, Kaos ed., Milano 1993

Morire di aids è particolarmente vergognoso, perché rivela la sessualità della vittima. Il 3 febbraio del 1987 i giornali annunciano che il famoso entertainer Liberace, 67 anni, è gravemente ammalato, quasi in coma. Qualcuno insinua che potrebbe avere l'aids.

Il suo amico di lunga data e manager, Seymour Heller, forse dimenticando che la stessa scusa era stata avanzata da Rock Hudson, spiega che il pianista ha sofferto pesantemente per colpa di una dieta a base di cocomero che aveva iniziato nel 1986, negando decisamente ogni sospetto "infamante".

Un'altra collaboratrice afferma che soffriva di anemia, enfisema polmonare e disturbi al cuore, mentre tutta la famiglia si riunisce nella casa di Palm Springs, in California, preannunciando denunce e richieste di risarcimento danni per milioni di dollari a chiunque continuerà a diffamare il pianista morente sostenendo che ha l'aids. Intanto fanno arrestare un fotografo per essersi avvicinato troppo dove non doveva.

Il giorno successivo Liberace muore per "arresto cardiaco".

Gli amici formano una barriera insormontabile per tutti gli estranei, continuando a preannunciare querele. Ma un coraggioso coroner, Ray Carrillo, "rifiuta di accettare il certificato di morte firmato dal Dr. Ron Daniels" e ordina un'autopsia sul cadavere già imbalsamato e inumato in tutta fretta! Valentino Liberace risulta morto in seguito ad una o più malattie causate dall'aids! Il medico, gli imbalsamatori e l'agenzia funebre vengono denunciati dallo stesso coroner.


Anche sulla sua identità gay, Liberace non aveva mai voluto esporsi. In altri tempi si era inventato relazioni femminili, circondandosi di belle ragazze e facendo causa, nel 1959, al "Daily mirror" di Londra che lo aveva definito "maschile, femminile e neutro", aggiungendo che era "al sapore di frutta". Fruit, in inglese, ha lo stesso significato di "finocchio" in italiano. Il giornale dovette pagare un cifra spropositata.

Nel corso della sua deposizione in tribunale, Liberace affermò che si opponeva all'omosessualità perché questa "offende le convenzioni e la società".[1]

Ma nel 1982 si trovò dall'altra parte del banco, in tribunale, quando dovette negare di aver pagato le prestazioni sessuali di un valletto, Scott Thorson, e preferì risolvere il problema in maniera extragiudiziale...


Nel 1954 si era fatto vedere un po' in giro con un'attrice, ma solo per motivi "pubblicitari". Dopodiché risortì alla battuta favorita in casi del genere, dicendo che stava aspettando la donna giusta, capace di stare all'altezza della madre.


Il padre di Liberace era un immigrante italiano di West Allis, vicino Milwaukee, in Wisconsin, si chiamava Salvatore e suonava, per hobby, il corno. La madre, Frances, era un'attrice di teatro classico d'origine polacca.

Dopo il suo primo fiasco in pubblico, il giovane Liberace capì che la sua strada non era la musica classica suonata seriamente, ma lo "spettacolo" nel vero senso della parola. Nel 1951 disse: "Ci sono più soldi nell'essere commerciali".


Liberace si vestiva in maniera stravagante. Ma funzionava. Per 40 anni gli americani furono rapiti da quest'uomo incredibilmente effeminato, affettato, ricoperto di pizzi, merletti e lustrini da capo a piedi, che arrivava con una pelliccia che strofinava sul pavimento, con mantelli di cincillà che pesavano fino a sessanta chili, una giacca ricamata d'oro a 24 carati, uno smoking con bottoni di diamanti, che faceva credere di avere dei poteri di guaritore, con un anello per ogni dito e gli immancabili candelabri su pianoforti senza fine, che chiacchierava di Dio e della famiglia.


Una delle sue prime e favorite scenografie comprendeva una monaca in estasi che lo ascoltava mentre suonava l'Ave Maria...

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