Vito Russo

11 aprile 2005, Killer Aids, Kaos ed., Milano 1993

È stato uno dei militanti più attivi nel movimento americano, ma la fama l'aveva conosciuta scrivendo Lo schermo velato (The celluloid closet), un libro fondamentale per capire come venivano fatti morire i personaggi gay nel cinema dal moralismo benpensante di autori, sceneggiatori, produttori, registi, attori... soprattutto a Hollywood e fino a non molti anni fa.

Nell'introduzione alla seconda edizione del suo libro, nel 1987, Vito Russo osservò che "La storia di come la gayness è stata mostrata nei film americani è la storia di come noi stessi siamo stati mostrati in America. Per lungo tempo abbiamo cooperato al mantenimento della nostra stessa invisibilità. Ma ora la festa è finita".

Quasi incredibilmente, e senza nessuna attinenza con la realtà, in questi film l'omosessuale maschio o femmina non riesce mai a condurre una vita almeno passabile, mentre la morte, poi, è immancabilmente tragica, e l'omosessuale finisce strozzato, lapidato, bruciato vivo, accoltellato, sparato, impiccato, scorticato, avvelenato, gasato... e via di questo passo con tutte le varianti possibili e immaginabili in una società tarata.

Con esempi come questi ancora ci si meraviglia se ai giovani gay mancano sani modelli di comportamento!


Vito Russo ebbe una via intensa e molto attiva.

Studiò cinema alla New York University.

Durante la famosa notte dello "Stonewall" (27-28 giugno 1969), la sua leggenda racconta che seguì lo svolgersi dei disordini appollaiato su un albero nel giardino di fronte al locale.

Partecipò attivamente alla "Gay Activist Alliance", l'organizzazione presieduta da David Thorstad e, più tardi, organizzò il primo festival del cinema gay.

Per sopravvivere in mezzo a tutte queste attività, per molti anni lavorò come cameriere, girando il mondo alla ricerca di materiali e informazioni per il suo libro che, finalmente, vide la luce nel 1981.

Nel 1985 partecipò alla fondazione dell'Alleanza gay e lesbica contro la diffamazione (Glaad), insieme ad altri scrittori (Artie Kantrowitz, Darrell Yates Rist) che si erano sentiti insultati dai vergognosi titoli del "New York Post" sull'aids e le sue vittime.


Nel 1987, insieme a Larry Kramer, fu uno dei fondatori di Act Up!, un'organizzazione di militanti particolarmente devoti alla causa della lotta all'aids.

E fu di aids che Vito Russo morì, il primo novembre 1990.


Solamente cinque anni dopo la sua morte il sogno della sua vita potè finalmente materializzarsi: gli amici Rob Epstein e Jeffrey Friedman girarono un film tratto dal suo libro, The celluloid closet [Lo schermo velato].

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