Marlene Dietrich (nata il 27 dicembre 1901 a Berlino con il nome di Maria Magdalene Dietrich von Losch, e morta il 6 maggio 1992 a Parigi) diceva di essere diventata antinazista e antifascista "per decenza". Infatti, oltre a rifiutare sistematicamente le offerte di lavoro del ministro della propaganda del Terzo Reich, svolse una intensa attività pubblica contro il nazifascismo e a sostegno dell'emigrazione clandestina di ebrei ed altri soggetti perseguitati.
Figlia di un ufficiale di polizia prussiano, da bambina studiò per anni per diventare solista di violino, poi dovette rinunciarvi per una tendinite. Continuò a dedicarsi alla musica cantando, quindi passò al teatro, e dal teatro al cinema, nel cui ambito divenne una delle principali "icone" femminili.
Nel 1953 tornò al teatro musicale, ma nel 1957 una caduta con rottura del femore, durante uno spettacolo, la costrinse ad interrompere la sua rinnovata carriera.
La sua vita tra il 1930 e il 1945 è stata raccontata nel film Marlene di Joseph Vismaier, mentre Maximilian Schell le ha dedicato un documentario-intervista girato nel 1983, in cui la diva è presente solo con la sua voce.
Il nipote J. David Riva ha usato documenti originali e testimonianze per la storia filmata Marlene Dietrich: her own song (Germania/Usa 2001).
Numerose le biografie su di lei: e alcune di esse parlano dettagliatamente dei suoi amori lesbici, citati anche nelle più recenti biografie su Greta Garbo, con la quale ebbe un rapporto piuttosto spinoso.
Il lesbismo di Marlene emerge sin dalla prima giovinezza. Tra il 1925 e il 1929, a Berlino, aveva messo su insieme alla cantante Claire Waldoff e a Margo Lion varie riviste dai contenuti lesbici, e un teatro-cabaret lesbico molto frequentato.
La Waldoff, nata nel 1884, lesbica dichiarata, all'inizio degli anni Venti a Berlino era una cantante molto popolare di operette e riviste. Marlene l'adorava, anche perché le insegnò a cantare.
Frequentavano insieme un club berlinese di sole donne, il "Pyramide".
Nella rivista del 1927 "Bocca a bocca", Claire era la star e Marlene aveva un piccolo ruolo. In uno dei musicals creati insieme, Marlene cantava in duetto con Margo Lion "la canzone della migliore amica", un fox trot con molte allusioni lesbiche che diventò un successo. Nella loro esibizione, Marlene e Margo tenevano in mano delle violette, che buttavano alle donne alla fine della canzone.
Il primo aprile del 1930, la sera del debutto del film L'angelo azzurro, Marlene lasciò Berlino per Hollywood, firmando il suo primo contratto con la Paramount.
In California riceveva molte telefonate e lettere dalle sue amiche lesbiche berlinesi, alle quali mancava molto.
Nel 1933, dopo la presa di potere nazista, alla Waldoff venne proibito di fare teatro. La sua carriera praticamente finì: si trasferì in un villaggio vicino alla frontiera con la sua amante Olly e non tornò più a Berlino, dove la loro casa venne distrutta. Fece solo spettacoli semiclandestini, dove i biglietti in prevendita andavano a ruba.
Ma torniamo a Marlene, negli Stati Uniti.
La pubblicità del primo film hollywoodiano di Marlene, Marocco, diceva: "Marlene Dietrich, la donna che tutte le donne vogliono vedere".
Greta Garbo lavorava nella casa produttrice concorrente MGM, circondata da belle donne, e Marlene la invidiava molto per questo.
La Dietrich aveva l'abitudine di controllare ogni minimo particolare dei suoi film, anche le luci, ma in Shangai Express condivise il controllo con l'attrice Anna May Wong (1905-1961), della quale si era innamorata.
Nel 1932 conobbe la scrittrice e sceneggiatrice ispano-americana Mercedes de Acosta, amante di Greta Garbo. L'incontro avvenne durante un ricevimento, nella cucina della casa, dove Mercedes si era rifugiata piangendo perché - le disse - la Garbo la faceva soffrire. Marlene voleva consolarla e la invitò a cena a casa sua. Dopo pochi giorni le scriveva già lettere d'amore che cominciavano con "tesoro mio", firmate con "Il principe bianco". La relazione durò un anno: poi Marlene la lasciò, rifiutandosi anche di risponderle al telefono, mentre Mercedes continuava ad insistere con lettere infuocate, rassicurandola del suo amore.
Nel 1935 Marlene frequentò a Parigi Colette e la coppia Gertrude Stein - Alice Toklas,
Nell'estate del 1939, durante una vacanza sulla Costa Azzurra, Marlene s'innamorò da lontano, avvistandola sul suo yacht, dell'ereditiera americana Jo Castairs, che viaggiava per tutto il mondo in barca a vela. Ne nacque una breve relazione: pare che Jo fosse l'unica che potesse permettersi di chiamare Marlene "baby".
Un rapporto importante di Marlene fu quello con la cantante francese Edith Piaf, conosciuta nel 1947. Marlene aveva 14 anni più di lei: la trovava molto attraente e la prese sotto le sue ali, dandole regali, consigli, costringendola a mangiare e facendole conoscere le sue passioni, come lo spiritismo, che usava spesso per entrare in contatto con le sue ex amanti. La morte di Edith nel 1963 la colpì molto.
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Nel 1923 Marlene Dietrich aveva sposato il regista Rudolf Sieber: un "matrimonio aperto" senza convivenza, dal quale tuttavia nasce l'anno dopo la sua unica figlia, Maria (autrice di una biografia della madre [Marlene: an intimate memoir, 1993] in cui parla dei suoi amori lesbici).
E le stesse caratteristiche ebbe l'altro suo rapporto con il regista Josef von Sternberg, in sospetto di omosessualità, un sodalizio più professionale e sociale che amoroso.
Nel mondo dello spettacolo, i matrimoni di copertura tra lesbiche, bisessuali e gay, assai frequenti, venivano chiamati lavender marriages. L'ambiente di Hollywood era ufficialmente molto puritano, dopo l'approvazione nel 1929 del tristemente noto "codice Hays", che metteva al bando l'"immoralità" sia sullo schermo che nella vita privata degli attori. Molte attrici, sceneggiatrici e registe lesbiche degli anni 1930-1950 si riunivano discretamente in "circoli di cucito", come li chiamava ironicamente la star lesbica Alla Nazimova con un'espressione che divenne molto diffusa.
La Nazimova, di origine russa e molto famosa all'epoca, ebbe relazioni con Mercedes de Acosta (specializzata in dive!), con la regista Dorothy Arzner (che diresse Katherine Hepburn nel ruolo dell'aviatrice lesbica Amelia Earhardt) e con molte altre attrici, sempre apparendo come eterosessuale.
Con la "caccia alle streghe" del senatore McCarthy negli anni Cinquanta, il "circolo di cucito" lesbico di Hollywood divenne ancora più discreto. Le attrici lesbiche si mimetizzarono in matrimoni più visibilmente eterosessuali, oppure vennero cancellate dagli schermi.
Altre, come la Garbo, semplicemente svanirono dalla scena, respingendo ogni contatto con la stampa.
Acosta emigrò a Parigi, la stessa città d'elezione di Marlene.
La Dietrich era meno discreta. Nei suoi film giocò spesso il ruolo di fredda e sardonica "donna fatale", talvolta in abiti maschili, come nella vita. I suoi numerosi love affairs con donne e uomini erano pubblici, e poche altre attrici si sono meno preoccupate di tutelare la propria privacy.
Marlene rappresentò provocatoriamente questa sua libertà nella scena di Marocco in cui bacia sulle labbra una donna del pubblico dopo la fine della canzone.
In una intervista disse: "In Europa non conta se sei un uomo o una donna. Noi facciamo l'amore con chiunque troviamo attraente".
Affermazioni analoghe sono contenute nei due volumi autobiografici da lei stessa pubblicati mentre era ancora in vita.
Dopo l'incidente del 1975 si ritirò dalle scene e andò a vivere a Parigi per tutto il resto della sua vita, in semi-reclusione. Morì a 91 anni nella sua casa di Parigi per una grave atrofia muscolare, e dietro sua richiesta venne sepolta accanto alla tomba di sua madre a Berlino. Sua figlia Maria Riva ha venduto tutti i suoi documenti, le lettere e i diari all'archivio municipale.
L'unico rapporto con una donna sul quale Marlene fece calare un velo oscuro fu quello con Greta Garbo.
Greta aveva una vera e propria fobia per le intromissioni nella sua vita privata, e forse fu il rispetto (o il timore) di questo atteggiamento a trattenere Marlene.
Le due attrici pubblicamente negarono di essersi mai incontrate. Eppure secondo Diana McLellan recitarono insieme nel 1925 nel film muto The joyless street, ed ebbero una breve relazione.
Eppure Marlene fu a lungo l'amante dell'amante della Garbo, Mercedes de Acosta, in un "triangolo" che durò per anni con alterne vicende.