Sto leggendo, di Italo Calvino, le Lettere 1940-1985, a cura di Luca Baranelli, introduzione di Claudio Milanini, Milano, Mondadori (Meridiani), 2000.
Alle pp. 1301-1302 è riportata una breve lettera di Calvino del 4 maggio 1976, in risposta ad Angelo Scoffone.
Le note del curatore spiegano che Scoffone era "del Fuori!" e che aveva rivolto a "uomini politici, intellettuali, giornalisti" le seguenti domande:
"1) qual è la sua posizione rispetto al problema dell'omosessualità?
2) ha mai avuto o desiderato avere rapporti omosessuali?"
Le note forniscono anche varianti e minute della risposta di Calvino.
Non so se questa e altre risposte siano state mai pubblicate. Calvino stesso scrive: "rispondo volentieri, ma molto brevemente, dato che la sua lettera non specifica la destinazione dell'inchiesta: se sarà pubblicata in un giornale, in una rivista, in un libro etc.".
Qualcuno ha notizie su chi fosse Angelo Scoffone?
Tommaso Giartosio.
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Risposta, di: Paolo Rumi.
È da 18 anni che sto con Claudio, che prima di me "era etero". Non aveva ancora sviluppato coscienza del suo desiderio omoerotico? Aspettava me? Chissà.Prima di conoscerci abbiamo però avuto vite parallele e - come me - lui ha vissuto a tutto campo gli anni della cultura alternativa, stranezza per stranezza, com'era regola nei '70. Io, the boy from Gratosoglio, quartiere periferico di Milano, lui tra le risaie della Lomellina.
Nei suoi racconti di quegli anni, un personaggio ricorrente è sempre stato il suo amico Angelo Scoffone, con alcuni episodi che mi hanno sempre affascinato.
Angelo fin piccolo aveva una certa passione per lo spettacolo, e il gusto di turbare perbenismo e convenzioni.
Voleva dire al mondo che da grande avrebbe voluto fare l'infermiere? Portava a scuola bambole vecchie e sotto il banco le alternava alle patate per dare esempio di come avrebbe fatto perfette iniezioni. Tra le bambine, con la crudeltà tipica di quell'età, aveva un pubblico sicuro… con tutta l'ammirazione che le bambine possono avere per chi vuol fare del bene. Peccato solo che la passione per le iniezioni avrebbe portato col tempo Angelo verso altre e più dannose sperimentazioni...
Iniziano gli anni della contestazione, Angelo (a Milano per la scuola di infermiere, forse lavorava già in ospedale) comincia a frequentare i locali del Partito Radicale.
Il Partito Radicale degli anni Settanta era qualcosa di molto diverso da quel che è adesso... era la prima entità politica ad averci aperto le porte in quanto gay, incondizionatamente. E Angelo partecipava alle prime riunioni del FUORI! milanese, poi "Collettivi omosessuali milanesi" (COM).
Nei fine settimana, quando tornava in paese, raccontava tutto agli amici: finché Angelo, Claudio, Franca e altri chiesero al papà di una ragazza della compagnia, dirigente socialista in un piccolo paese della Lomellina, di usare i locali del partito "per ritrovarsi".
I socialisti di quegli anni un po' per spirito laico di libertà, un po' perché avevano bisogno dei voti radicali, un po' per "stare con i giovani" accettano: e la sede del PSI concede i locali.
Fu scandalo: il gruppetto - capitanato dal "segnalato pervertito" - era fumo negli occhi per il perbenismo locale, definito dalle malelingue paesane un "assembramento di drogati, omosessuali e ninfomani". Claudio conferma: eliminando la parte morale dal giudizio, non si era molto lontani dalla verità.
Prima riunione del collettivo: Angelo Scoffone decide di proporre, come primo capitolo nella sensibilizzazione libertaria di Mede Lomellina, il tema della liberazione sessuale.
Nessuno fu particolarmente contrario, senonché lui srotola i manifesti che aveva preso in sede al Partito Radicale di Milano: rappresentano - secondo lui - due angeli ribelli, nudi, innocenti, che spezzano le catene dell'oppressione.
Siamo a metà degli anni Settanta, circondati dalle risaie della Lombardia profonda: tutti consigliano ad Angelo di lasciar perdere, per evitare il linciaggio, e partire con una tematica più soft.
Insieme decidono dunque di lottare contro la costruzione di una centrale atomica nel vicino paese di Sartirana. Per la cronaca, ce la faranno.
Angeli e sessi... Il fascino di questo Angelo, mi dice Claudio, era particolare e perverso. Biondino, lineamenti delicati, occhi chiari… il prototipo della tentazione anni Settanta. Per il suo gusto del paradosso, anche quando cominciò a "farsi" e sperimentare vari tipi di droga, fino a quelle con l'iniezione che gli sembravano "più efficienti", tutti continuarono a trovare in lui qualcosa di interessante. Finché frequentarlo non cominciò a significare droga e basta, con la sua voglia e bisogno di procurarsi soldi a tutti i costi.
Ma, prima della débâcle personale, ci fu il periodo dei collettivi giovanili, fase storica in cui noi gay siamo stati parte di una controcultura che, per quanto svagata e improvvisata, ci ha permesso di sentirci per la prima volta parte attiva, viva e propositiva di qualcosa.
Io naturalmente non ho mai conosciuto di persona Angelo, "la Schöfield" di cui gli amici narrano ancora le gesta quando s'incontrano.
Ne ho visto però il viso al funerale di Luigi, un mio (e suo) amico, anche lui gay, morto alla vigilia del quarantesimo compleanno in un incidente d'auto a Londra. È sepolto due tombe accanto. Tra i due c'è la mamma di Angelo, professione mondina.
Luigi tornava a casa da lavoro, lo ha ucciso un delinquente di sedici anni che ha imbroccato in contromano una strada a senso unico per sfuggire a un inseguimento della Polizia. Che morte insensata.
Aveva appena spedito a tutti gl'inviti per il compleanno: un grande party a Londra che avrebbe offerto, col suo adorabile uomo e il benestare dei dirigenti nell'albergo dov'era diventato capo-cameriere.
E invece, ecco il Luigi che ci telefonava entusiasta delle prime puntate di "Absolutely Fabulous"… in una Spoon River nostrana, a due buche e due fotografie di distanza dal suo amico e coetaneo Angelo, che trovarono senza vita dopo una settimana, per overdose o pasticci con la droga. Non si fa neanche l'autopsia, in quei casi.
Dietro Angelo e Luigino, l'eterno riposo di una deliziosa signora inglese finita chissà come in Lomellina con la dedica del marito "for the company of a lifetime".
Per consolarci della perdita di Luigi abbiamo pensato il giorno del funerale "chissà quante marcate si faranno", come se un cimitero fosse una situation comedy.
Anni dopo, qualcuno chiede in una Lista web chi era Angelo, perché a suo tempo ha posto una stimolante domanda sulla sessualità a vari uomini di cultura. E un'onda inaspettata e birichina ci riporta il suo nome.
Io ci ho messo anche troppo tempo per mandare questa mail.
Ho scatenato Claudio al telefono in cerca di altre notizie o particolari: nessuno sembra ricordare nulla, la sorella è inaffidabile, l'ex amico Angelo I. che avrebbe potuto saperne di più, chissà dov'è o cosa fa.
Scrivo questa mail sentimentale come piccolo segno di gratitudine zen perso nel tempo. Siamo tutti di veloce passaggio, un po' inutili, quasi sempre inosservati anche nel privilegiato e ricco Occidente.
È bello ricordare chi in modo contraddittorio, e in posizione secondaria, ha cercato di dare un senso, aiutando se stesso e gli altri a capire. E sorprendentemente ha lasciato un segno.
Con affetto, restituiamo.