Brad Davis

19 settembre 2004, Killer Aids, Kaos ed., Milano 1993

Sieropositivo dal 1985, non aveva rivelato il suo male per paura dell’ostracismo di Hollywood. Contro l’ipocrisia della mecca del cinema si scaglierà, immediatamente dopo la morte, anche la moglie distrutta dal dolore e preoccupata che si potesse dire o sospettare che il suo Brad fosse gay...

“Non potevo dire la verità”, aveva invece sentito il bisogno di confidarsi lo stesso Brad, “Un attore che fa sognare milioni di donne non può andare a letto che con il sesso opposto”.

 

Aveva recitato in Fuga di mezzanotte (Midnight Express, 1977), sotto la regia di Parker: avventura allucinante, ma vera, di un piccolo spacciatore incastrato dalla dogana turca e le cui vicissitudini nelle carceri orientali assumono valore di simbolo, di impossibilità alla comprensione tra le culture.

Poi aveva girato A small circle of friends (1980, regia di Cohen): storia di uno studente la cui “rivolta generosa e spontanea non potrà finire che male”.

Più tardi ci fu l’intermezzo di Momenti di gloria (1981), prima del film che lo rese famoso in tutto il mondo Querelle (1982, di Fassbinder).

 

È con il regista tedesco che l’attore americano riesce a dare il meglio di se stesso in una storia francese, e con un partner italiano, nella parte del marinaio. E, per non lasciare lo spettatore nel dubbio, aveva sentito il bisogno di confermare in prima persona che “gli istinti di Querelle non mi sono sconosciuti. Capisco l’energia aizzata contro la propria distruzione”.

 

Il film, fedelmente tratto dal libro di Jean Genêt, scatena polemiche al di qua e al di là dell’Atlantico, con richieste di incriminazioni, censure, tagli, limitazioni, divieti. "Non taglieremo né uno né cento fotogrammi”, avverte da Roma il distributore del film, Renzo Rossellini, “e per due ragioni. La prima è che rifiutiamo per principio ogni tipo di censura: è un insulto all’intelligenza. La seconda è che soltanto l’autore ha il diritto di rimettere le mani nella sua opera. E Fassbinder è morto”.

Da New York gli fa eco Andrew Sarris sul “Village Voice” titolando il suo intervento: Omofobìa selettiva ed altri critici vizi, dove spiega che il film non gli è piaciuto più di tanto, ma è comunque un film da vedere e che nessuno può sognarsi di censurare.

 

Nell’85 Davis sarà il protagonista in una pièce teatrale, a New York, che aveva per tema l’aids, “Crystal and Fox”, proprio quando anche lui aveva saputo di portarsi appresso il virus assassino.

Una grande prova di coraggio, mentre altri nelle sue stesse condizioni preferivano non avere niente a che vedere con la malattia, al di là dei suoi aspetti più apertamente medici.

Forse per questo era considerato l’anti-eroe per eccellenza, cioè, l’eroe vero.

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