Luigi Pepe Diaz è stato un personaggio poliedrico, ma soprattutto scultore e pittore autodidatta. La sua famiglia era d'origine spagnola. Partecipa appena più che ragazzo alla marcia su Roma, poi si pente quasi subito e si avvicina al comunismo e all'anarchia.
A 16 anni lascia gli studi classici e va a lavorare nello studio di Vincenzo Gemito. Espone per la prima volta nel 1927, poi si accosta ai circumvisionisti. Nel 1930 comincia a scrivere per la rivista romana Oggi e Domani. Le sue idee politiche lo spingono a rifugiarsi a Parigi per sfuggire alle persecuzioni fasciste, dove da il meglio di se come scultore futurista. Nel 1940 il suo studio è devastato dalle truppe naziste che hanno invaso la Francia. Nel '41 torna a Napoli e viene arrestato perché "comunista pericoloso". Resterà a Poggioreale fino alla caduta del fascismo.
Nel 1944 pubblica un romanzo, E poi, edito da Morano, nel quale descrive le peripezie di una comunità meridionale di fronte alla guerra. Nel '46 si trasferisce a Milano, vivendo tra mille problemi.
Fa parte del Gruppo Circumvisionista di Napoli insieme a Guglielmo Roehrssen (del quale era cugino), Gildo De Rosa (che cominciò come aiutante nel suo studio) e Mario Lepore.
Agli inizi degli anni Cinquanta inizia a pubblicare "Scienza e sessualità", ma ogni volta che esce un nuovo numero, glielo sequestrano immediatamente fino a quando si decide a smettere.
Nel 1952 pubblica come editore un libro importante di Sigmund Freud, Mosè e il Monoteismo (curato da Cesare Musatti).
Muore in un incidente d'auto, a Milano.
biografia diMassimo Consoli