Federico II di Prussia

1 settembre 2004, Ompo, n° 224, Novembre 2001, e su Guidemagazine, Novembre 2002

La vita di Federico di Prussia è uno strano errore del destino. Nato (a Berlino) per essere un poeta, un filosofo, un musicista, un pittore, un architetto... passa alla storia come un guerrafondaio, un soldato, un politico, l'artefice della Germania moderna, (addirittura come il precursore di Hitler), tant'è che viene ribattezzato "Federico il Grande".
In realtà, fin da giovane a tal punto odia il destino reale che lo aspetta, che cerca di scappare da... casa, insieme all'amico del cuore, il suo scudiero Hans von Katte, di otto anni più grande di lui. La fuga non ha successo ed il padre di Federico lo costringe ad assistere alla decapitazione del povero von Katte che ha avuto la sfortuna di innamorarsi del principe ereditario.
Certo Sua Maestà, Guglielmo Federico, ha cercato di distrarre il figlio dai giovanotti (un altro amico intimo è lo scozzese Jacobite Keith, suo luogotenente) trovandogli un austero tutore militare, il conte von Keyserling. Dalla padella alla brace! Il Re non lo sa, ma anche Keyserling è fedele alla tradizione che vuole che i migliori educatori siano o pederasti o sodomiti... E lui è il più bravo di tutti.
Così, in poco tempo, è Keyserling a diventare il favorito di Federico!
Grazie al cielo, il lugubre genitore se ne va ben presto all'altro mondo, così che Federico può finalmente dar libero corso alle sue tendenze intellettuali ed artistiche, ed avere gli amanti che reputa degni di un sovrano, a cominciare dall'italiano Algarotti (1712-1764), l'illuminista più conteso d'Europa, sia dagli uomini che dalle donne, che il nuovo monarca fa dapprima suo Ciambellano e poi Conte.
In pochi anni Berlino diventa la città più invidiata e imitata d'Europa, nella quale tutti vogliono vivere. A Potsdam viene costruito lo straordinario palazzo di Sans-Souci, dove i saloni riecheggiano solo di letteratura, musica e altri elevati conversari. Uno degli ospiti più graditi (nonostante le pur feroci litigate con il Sovrano!) è Voltaire (1694-1778).
Anche il fratello del Re, Enrico, corre dietro ai soldati che, così sembra, sono felicissimi di farsi correre dietro. Per un pò si parlerà di lui come del più probabile candidato alla corona degli Stati Uniti d'America, poi Washington ed altri decidono ch'è meglio la repubblica, e la cosa muore lì. Federico abolisce la tortura, decreta la tolleranza religiosa, riforma i codici secondo lo spirito di Cesare Beccaria (Milano, 1738-1794), spiana il terreno per l'abolizione della pena di morte per numerosi reati (che per la sodomia, fino al 1794, è il rogo), tra i quali quello di omosessualità (sostituita dalla prigione). La sua tolleranza diviene proverbiale. Un giorno, aggirandosi nell'accampamento tra le sue truppe, vede un soldato messo ai ferri. «Che cosa ha fatto per subire quella punizione?», chiede. «Si è accoppiato con una cavalla, Maestà», è la risposta. «E allora, che vuol dire questa tortura? Liberatelo subito. Se ha di questi problemi con gli animali, toglietelo dalla cavalleria e trasferitelo nella fanteria».
Quasi contemporaneamente si trova a dover affrontare una potente coalizione continentale antiprussiana dalla quale si salva un pò grazie al suo inaspettato genio militare, e ad un pò di fortuna.
Nel febbraio del 1763 la Prussia emerge come modello militare indiscusso, superiore a qualsiasi altro Stato europeo: un buon risultato per un Re che suona il flauto e l'unica cosa che fa volentieri è scrivere deliziose composizioni musicali e, di tanto in tanto, raccontare pettegolezzi su San Giovanni, che lui definisce il "ganimede" di Gesù [1].
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